È bastato l’annuncio del forfait alle Olimpiadi di Jannik Sinner e in un amen si è scatenata la solita vergognosa ondata di accuse, risatine, insulti, prese in giro.
Da una parte chi lo accusa di non tenere abbastanza alla maglia azzurra. La solita litania sentita e risentita, come quando gli rimproveravano di non giocare la Davis. È finita che l’ha vinta praticamente da solo.
Dall’altra novelli esperti di tennis o semplici analfabeti sportivi secondo cui “ne ha sempre una”, come se fosse una colpa prendersi una tonsillite alla vigilia di un’Olimpiade. E non facesse già abbastanza male.
Infine quelli che non aspettano altro di poterlo attaccare, sempre, a prescindere.
Ricordo sommessamente che stiamo parlando per distacco del giocatore numero 1 al mondo (cosa mai successa nella storia di questo sport), vincitore di uno Slam, della Davis e che fino a solo a pochi anni fa era già un miracolo avere un giocatore italiano in top ten.
Uno che ha vinto più di tutti quest’anno, perdendo solo 4 partite (quattro!)
E unito a tutto questo – particolare non secondario – è un ragazzo di una umiltà e un’educazione straordinaria.
Forse troppo educato per mandare questi miserabili nell’unico posto in cui meriterebbero.
